Ciao a tutti ragazzi, oggi parliamo di una pietra miliare nel mondo dei mulinelli da pesca, ossia il sistema Baitrunner inventato da Shimano!
In questo articolo, faremo un excursus storico sulla nascita di questa tecnologia, con un accento sull’evoluzione nel tempo e sul “reale” impiego originario della tecnologia Baitrunner!
Ma prima di cominciare spieghiamo, per quei pochi che ancora non lo conoscono, come funziona il sistema!
Come Funziona
Baitrunner® (il nome è un marchio registrato da Shimano e nessun altro brand lo può utilizzare) è un meccanismo presente in alcuni mulinelli da pesca che permette di avere una frizione preimpostata e che si disinnesta automaticamente una volta che giriamo la manovella del mulinello. In pratica, offre la possibilità di impostare due frizioni differenti. La prima è quella classica (anteriore o posteriore a seconda del modello) e funziona come i classici mulinelli. La seconda invece, viene regolata posteriormente e lavora solo quando alziamo o abbassiamo (anche qui, dipende dai modelli) la leva del baitrunner.
Attivando il Baitrunner, solitamente si decide di impostare una frizione abbastanza leggera, in modo da far scorrere il filo una volta che il pesce mangia. Una volta abboccato, per noi sarà sufficiente fare un giro con la manovella del mulinello perché il baitrunner si disinnesti automaticamente e si passi alla frizione classica (normalmente impostata molto più strong per evitare che poi il pesce prenda troppo filo durante il combattimento).
Questa invenzione è arrivata in Europa attorno al 1987 e nei primi 30 giorni di messa sul mercato, i mulinelli sono stati presi d’assalto da migliaia di pescatori di carpe, sconvolti positivamente dal sistema. Ricordiamo inoltre che in quegli anni il carpfishing stava cominciando ad affacciarsi seriamente nel Regno Unito e la maggior parte dei mulinelli dell’epoca non aveva frizioni micrometriche o mulinelli potenti per pescare carpe di peso superiore ai 10kg. I mulinelli Baitrunner inoltre, hanno fatto da apripista a tutta una serie di tecnologie (Aero Wrap, Bio Grip, Twin Oscillator, Dyna Balance, Hyper Gear) che anche oggi vengono utilizzate in moltissimi mulinelli prodotti da Shimano.
Ma chi è stato ad inventare il meccanismo? E dove? Ma soprattutto, in quale tipologia di pesca è nato? La risposta probabilmente vi stupirà.
La Storia
Siamo nella prima metà degli anni 80’, in uno dei tanti moli pescosi che l’Australia propone e John Dunphy, (ai tempi presidente Shimano Australia) si sta divertendo a pescare dentici e orate. In quel tipo di pesca, la canna e il mulinello sono abbastanza “vicini” al pescatore, ma quando il predatore mangia l’esca, per avere una maggiore % di successo nelle catture, è necessario che il pesce non senta alcun tipo di attrito, e che il predatore possa muoversi con l’esca liberamente prima di ingoiarla.
Utilizzare la classica frizione anteriore o posteriore non era uno schema vincente, perché quando il movimento del galleggiante segnalava l’abboccata del predatore, armeggiare con la frizione rischiava di essere già troppo tardi o comunque macchinoso.
Aprire la bobina invece, avrebbe dato possibilità al pesce di prendere filo, ma anche di creare una fastidiosa pancia che avrebbe rischiato di compromettere l’esito positivo della ferrata.
Per quel tipo di pesca, l’impiego di un sistema di frizione libera come il Baitrunner avrebbe reso tutto molto più semplice ed efficace. Quando il pesce stava per mangiare, bastava utilizzare la leva del Bairunner per fare scorrere filo. E quando si era sicuri che il pesce avesse ingoiato l’esca, era sufficiente girare il mulinello per avere non solo la frizione prescelta già tarata correttamente, ma anche evitare pance del filo e avere un controllo della lenza a 5 stelle e una ferrata perfetta!
Ed è proprio su uno di questi moli che Dunphy ebbe l’illuminazione, che, secondo le sue stesse parole, era oltre ogni immaginazione. Il giorno successivo, John e Mark Mikkelsen erano su un aereo per spiegare tutto agli ingegneri progettisti giapponesi. In pochissimo tempo, Baitrunner è passata da una teoria abbozzata a realtà.
Da quel momento, tutti gli amenti di pesca a dentici, orate, piccole cernie con esche vive, si sono rivolti a Baitrunner. Ma anche mulinelli di dimensioni più contenute potevano essere efficaci se come esche venivano utilizzati vermi, gamberi o altre esche vive, che hanno bisogno di tempo per essere completamente ingoiate dai predatori.
Impieghi e Utilizzi
Come avrete capito, anche se Baitrunner ha raggiunto un grandissimo successo anche in Europa per la pesca a Carpfishing, il sistema è nato per uno scopo totalmente diverso, ossia nella pesca ai predatori con esche vive a medio-corta distanza.
Non a caso, la traduzione letterale di Baitrunner in italiano è “esca che corre”, riferendosi a qualsiasi esca viva libera di muoversi in modo che il predatore non percepisca alcuna trazione mentre si allontana con l’esca.
È rinomato che i pescatori di grossi pesci di acqua dolce che pescano prevalentemente a fondo (carpe, siluri, lucci, amur, ecc.) siano divisi sull’effettivo utilità o meno del Baitrunner nella loro attività di pesca. Qualcuno ritiene il sistema superfluo, considerandola come una cosa che “si può rompere”, mentre per qualcuno è essenziale e fondamentale. Noi un’idea ce l’abbiamo ma magari la approfondiremo in seguito, se e quando faremo un articolo di blog dedicato alla pesca con Big Pit vs la pesca con mulinelli Baitrunner.
Quello che possiamo dire con certezza, è che il sistema Baitrunner è senz’altro comodo ma non fondamentale. Si può benissimo pescare senza Baitrunner, ma è senz’altro una vera e propria ciliegina sulla torta per certi tipi di pesca.
Sul nostro lago ad esempio, la riteniamo molto utile per la pesca a traina da barca o da riva a galleggiante con il vivo per lucci e siluri. Anche qualche amante della pesca a ledgering pesante lo ritiene comodo, soprattutto nella pesca a scarroccio in corrente. Quando però le distanze di pesca aumentano (l’esca oltre i 150 metri di distanza da dove è posizionato il mulinello) alcuni dei vantaggi che presenta sembrano diminuire a discapito di altri tipi di mulinelli.
Precisiamo comunque che si tratta di gusti e sensazioni puramente personali e che in entrambe le situazioni (con o senza Baitrunner) si può praticare la pesca senza problemi.
Evoluzione dei Modelli
Dal 1986 a oggi, Shimano ha immesso sul mercato centinaia di modelli di Baitrunner, tecnologicamente sempre più avanzati e performanti. I primissimi sono stati le serie 150, 250, 350 e le 1500, 2500, 3000. I più piccoli modelli (150 e 1500) sono stati prodotti in piccole quantità, ed è molto difficile trovare questi modelli a buone condizioni sul mercato. Un nostro cliente appassionato che possiede il modello 1500 che vedete qui sotto in foto e che segue il mercato di questi modelli, dice che si contano sulle dita di una mano quelli messi in vendita negli ultimi 10 anni, per cui è difficile se non impossibile tracciare un vero valore di mercato.
Tra i modelli che hanno fatto la storia ci sono sicuramente la serie 4010 -il più raro della serie- 5010, 6010, e 8010.
Poi senz’altro ci sono i Thunnus, quelli blu, che in Europa sono stati importati con il nome di Shimano Big Baitrunner M (8000), L (12000) XL (16000).
Altri modelli robusti e indistruttibili sono le serie 3500, 4500 e 6500, nelle versioni A e B (più recente e con un corpo leggermente maggiore).
Ma il più conosciuto dai carpisti è sicuramente il Big Baitrunner LC, un Baitrunner stile Big Pit che ha avuto successo in tutto il mondo e ancora utilizzato in pesca da moltissimi affezionati per le situazioni più estreme.
E tu, utilizzi o il Baitrunner? Ma soprattutto, conosci dei modelli di Baitrunner particolari?
Contattaci, mandaci una foto e lo aggiungeremo al nostro articolo!
A presto, Omar
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