Ciao a tutti ragazzi, oggi parliamo di un argomento che non tratta prettamente ai pesci o alla pesca, ma cui è indissolubilmente legato. Anzi, rappresenta il principio vivente dei nostri amici pinnuti, ossia l’acqua.
Come avrete avuto modo di vedere anche voi, il 2022 è stato un anno eccezionalmente siccitoso e molto caldo per l’Italia ma anche per la Provincia di Bergamo in particolare.
Questa condizione ha portato all’asciutta di molti corsi d’acqua e conseguenti moria di pesci, invertebrati, piante acquatiche e tante altre specie che, in assenza di acqua, non hanno potuto soddisfare il loro ciclo vitale.
Un fiume senza pesci è davvero triste, ma l’anno scorso abbiamo assistito a molto peggio. Abbiamo visto fiumi letteralmente SENZA acqua.
I pesci volte possono scomparire da un corso d’acqua. Una moria ad esempio, può decimare la popolazione di uno specifico habitat, ma con degli accorgimenti (semine, eliminazione della fonte inquinante, tempo) è possibile ripristinare quello che è andato perso.
Ma se manca l’acqua, il processo è molto molto più difficile. Innanzitutto, è difficile individuare un “colpevole” per questa situazione. Di primo istinto, è molto facile dare la colpa a chi ci sta più antipatico, (es. centrali idroelettriche, derivazioni, ecc.) ma la realtà è più complessa di come la dipingiamo.
La realtà è che abbiamo assistito a un anno con bassissime precipitazioni, che arrivava già da un’annata non particolarmente florida dal punto di vista della pioggia caduta annualmente. Analizzando un po’ la situazione dei fiumi Serio e Brembo ad esempio, è da oltre 2 anni che non assistiamo alle classiche piene primaverili e autunnali, e se vogliamo guardare bene, potrebbe essere necessario tornare al 2018 per avere una certa continuità stagionale tra i periodi di magra e di piena.
Tornando indietro nel tempo, il 2003 è stato l’anno che più si è avvicinato all’ecatombe del 2022, e in misura minore anche il 2006. Questo però non significa che il 2023 ripeterà l’exploit del 2004, un anno in cui le abbondanti piogge riuscirono a sopperire al periodo siccitoso dell’anno precedente.
C’è da dire che dall’Autunno 2022 a oggi, le precipitazioni sembrano in realtà essere state migliori dell’anno precedente, ma siamo ben lontani da una situazione rientrata nella norma.
Non in tutti i posti poi, si sono avuti gli stessi effetti. A seconda della pioggia caduta e del tipo di falda, abbiamo avuto delle zone in cui l’acqua è scomparsa completamente, a zone in cui l’acqua ha tenuto bene ed è riuscita a scorrere, seppur in modo limitato, tutto l’anno.
Se vogliamo avere un indicatore un po’ più oggettivo, possiamo però prendere i livelli del fiume Po all’altezza di Cremona dal 2014 al 2023 e vedere i trend nel tempo.
Come si può evincere dl grafico, c’è stata una certa continuità di livello fino a inizio 2021, dove poi è lentamente calato fino ad avere un tracollo clamoroso nel 2022. Il 2023 sembra (in parte) ricordare alcune annate degli inverni precedenti, ma è troppo presto per cantare vittoria.
Tornando alla nostra provincia, due tra le zone in cui la situazione è più critica, sono sicuramente alla foce del fiume Cherio e in molti fontanili della bassa bergamasca. A oggi, in questi luoghi, l’acqua ha iniziato a scarseggiare da Maggio 2022 e ancora oggi ne è sprovvista. Se anche il trend dovesse continuare nel 2023, la situazione potrebbe diventare davvero insostenibile, dovendo ricorrere a razionamenti per l’uso dell’acqua in tutta la provincia di Bergamo.
E il lago di Endine, come sta? A livello di acqua, diremmo benone. Le fonti sotterranee (e in parte gli affluenti) garantiscono un livello del lago costante.
Eppure, anche qui il caldo e la siccità hanno fatto male al nostro lago. L’eccessivo caldo, permette uno sviluppo di macrofite e fioriture algali in grado di compromettere l’intero ecosistema del lago. Su questo fenomeno, ci sono comunque studi in atto, sperando che venga trovata presto una soluzione.
Ma noi pescatori, cosa possiamo fare per migliorare la situazione? Innanzitutto, capire che l’acqua è un bene pubblico, non considerarla più scontata come prima e MAI sprecarla per cose futili. Secondariamente, avere rispetto per i pesci evitando di pescarli o catturarli con metodi non convenzionali (ci siamo capiti!!) se i livelli sono troppo bassi.
Lato enti, sembra si stia lavorando sulla creazione di ulteriori bacini per evitare che l’acqua “scorra” via troppo velocemente e non venga sfruttata a dovere, e su moderni metodi d’irrigazione agricola, per cercare di impiegarne il meno possibile avendo comunque la stessa resa per le colture.
L’augurio e la speranza comunque, sono quelli di avere un febbraio marzo con ancora un bel po’ di neve e abbondanti piogge fino a Maggio.
Questo permetterebbe di riempire i bacini in montagna (es. diga del Barbellino), garantendo una continuità fluviale che l’anno scorso non c’è mai stata e rientrando da un’emergenza che non fa per niente bene alle nostre acque, custodi dei nostri sogni!
A presto, Omar
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