Si tratta inoltre di una specie molto importante dal punto di vista conservazionistico e molto molto bella sia dal punto di vista estetico che di cattura.

 

Stiamo ovviamente parlando del pigo, il Re dell’inverno!

 

Questo appellativo deriva dal fatto che questa specie viene catturata soprattutto nel periodo più freddo dell’anno, o comunque a cavallo dell’autunno e della primavera.

 

Durante il resto dell’anno le catture possono comunque esserci ma in misura totalmente inferiore, tant’è che sembra scomparire dai radar delle nostre esche!

 

Dal punto di vista conservazionistico è un pesce molto importante, perché si tratta di una specie (Rutilus pigus) endemica del bacino padano/veneto e quindi nativa solo di quella zona in tutto il Mondo.

 

Dal punto di vista estetico, è una specie bellissima perhè si distingue da tutti gli altri pesci per almeno 3 aspetti:

 

• Alcune scaglie, soprattutto negli esemplari più grandi, possono essere vistosamente più scure di altre, originando un irregolare pattern a “blocchi”;
• I maschi, durante il periodo riproduttivo, possono presentare numerosi tubercoli nuziali su tutto il corpo;
• Il colore del dorso, quando il pesce è osservato dall’alto in acqua, in alcune circostanze può apparire decisamente blu.

 

Delle tre, la caratteristica sicuramente più distintiva della specie è sicuramente il secondo aspetto. Guardiamo insieme questa foto di un pigo con i tubercoli nuziali:

 

 

 

In realtà sono molti i ciprinidi che, nel periodo della frega, presentano i tubercoli nuziali. Ma nessuno li ha così vistosi come il pigo. Qui sotto ad esempio, ecco una piccola sanguinerola con i tubercoli nuziali

 

 

Il pigo raggiunge una lunghezza media attorno ai 40cm per circa 1kg di peso, ma sono noti esemplari record di misura superiore ai 50cm e del peso di oltre 4kg.

Possiamo trovarlo nei grandi laghi prealpini e nei relativi immissari o emissari. Nella bergamasca lo possiamo trovare lungo il fiume Oglio, mentre in Lombardia si può trovare con frequenza nell’Adda, nel Ticino e nel lago di Como.

L’alimentazione, onnivora, comprende (sembra in uguale misura) invertebrati acquatici e frammenti di macrofite.

Da queste caratteristiche e necessità, possiamo ben comprendere come il pigo possa alimentarsi e come sia possibile insidiarlo con una canna da pesca.

Partendo dall’assunto che il pigo (come la maggior parte dei ciprinidi) è possibile catturarlo con diverse tecniche, se vogliamo fare selezione e puntare a un pesce XXL, consigliamo soprattutto 2 metodi pesca: Pesca alla Passata e Feeder.

 

Passata
A differenza del cavedano,con il pigo possiamo pescare a passata avendo il lusso di pescare con terminali leggermente più generosi, anche dello 0,11. Questo permetterà di ferrare il pesce senza rischiare rotture dirette in ferrata, cosa che capiterebbe spesso se dovessimo pescare, come per il cavedano, con filo dello 0,08-0,09. A livello di montatura e tecnica, vale lo stesso principio della pesca del cavedano, avendo la premura di pescare prevalentemente in pastura e in corrente. Per eluderlo, dovremo per forza realizzare una montatura in cui il peso del filo e del piombo riescano a dare all’esca la stessa velocità di quelle che impieghiamo per pasturare. Per gli ami, possiamo passare da ami del 16 fino a piccoli uncini del 24 o di dimensioni inferiore. Tra le tre tecniche, questa è senza ombra di dubbio una delle più divertenti per la quantità di catture ma risulta difficile fare selezione sui grossi pesci. Come esca, ottimo il cagnotto. Se però vogliamo selezionare taglia ma soprattutto la specie, consigliamo l’innesco di piante acquatiche e macrofite direttamente sull’amo, di cui il pigo ne va ghiotto. Come tipologia di erba, dovrai stare attento a quello che l’ambiente e l’habitat circostanti sono in grado di fornirti in quel momento. Altra ottima alternativa può essere il pane.

 

 

Feeder/Specialist
Rispetto alla passata, con questa tecnica è possibile tentare di insidiare i più grossi. E li andremo cercare sul fondo. Come tutte le specie, pescando radente fondo (e magari su fondali superiori ai 3 metri) anche il pigo scorge molto più difficilmente l’inganno rispetto alla pesca a passata, permettendoci di pescare anche con terminali, ami e piombi più generosi,che ci permetteranno anche di sondare gli strati d’acqua più profondi. Con questa tecnica, potremo pescare con terminali anche sopra lo 0.18, ami del 12 ed esche voluminose. Come esca, ti consigliamo cagnotti, combinati a pasture realizzate con impasti di farina vegetale o di alghe, senza dimenticarsi del pane o di piccole porzioni di piante acquatiche.

 

E tu, hai ancora preso un grosso pigo in provincia di Bergamo? Diccelo sul post in Facebook oppure scrivici, saremo lieti di aggiungere le tue foto al’articolo!

 

Bene. L’articolo è finito! Se hai qualche domanda o suggerimento, non esitare a contattarci qui o in negozio!

 

Nel nostro negozio inoltre, troverai esche vive, ami, fili, montature, piombi, galleggianti, pastura tori, pasture e tutto l’occorrente per la pesca al pigo!

 

A presto, Omar

 

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